Approximations;dislocation of an Icon.

JAN 2016

HD video 4:3, color, sound, 3’09’’ on loop | HD video 4:3, colore, suono, 3’09’’ loop

At first glance, this is a static 'moving image' depicting a female figure standing in the middle of the woods.

There are four moments in the video where the 'icon' is trying to move forward, falling off its' original position while something is putting it back where it was, making every progress impossible.

A prima vista un'immagine in movimento apparentemente statica ritrae una figura femminile stando in piedi in mezzo al bosco.

Ci sono quattro momenti nel video in qui l'icona cerca di muoversi in avanti, spostandosi dalla propria posizione originaria mentre qualcosa gli impedisce di avanzare, riportandola sempre al suo punto di partenza. 

A state of stasis could be extended 

to the depletion 

infinity 

I stay still in a corridor. I am standing in a very large corridor. 

It isn’t even a corridor, it is an open space. It’s outdoors, in the courtyard. 

Structures are left aside. The corridor becomes less and less visible. I am there  breathing. The breath is 

subtle, almost imperceptible, it vanishes. 

I don’t need to run. 

I am not in 

apnea. 

I am bare of obligations I don’t feel vulnerable. 

‘’I step a breath away from being it though.’’ 

The distance seems a thread away, a thin one. There are four, seven, eleven days of stasis. 

Maybe we are standing on a dock.

Pause.

Uno stato di stasi che potrebbe estendersi, uno svuotamento, 

infinità. 

Sono ferma in un corridoio. Sono in piedi in un corridoio molto largo. 

Non è neanche un corridoio, è uno spazio aperto. È all'esterno, nel cortile. 

Le strutture sono lasciate da parte. Il corridoio diventa sempre meno visibile. 

Respiro. Il respiro 

è sottile, quasi impercettibile, sparisce. 

Non ho bisogno di correre. 

Non sono in 

apnea. 

Sono spoglia di obblighi. Non mi sento vulnerabile. 

“Sono un respiro lontana dall'esserlo però.” 

Sono un filo di distanza, sottile. Ci sono quattro, sette, undici giorni di stasi. 

Forse siamo in piedi al molo. 

Pausa.

Camera: Domenico Fogliaro | Sound Design: Mattia Davide Amico